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IL MALATO SA QUANTO COSTA ALLA SANITA’
Di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 26 GENNAIO 2012
Qualche giorno fa nella stampa nazionale ho letto un articolo che mi ha lasciato alquanto perplessa.
Pare che nelle linee guida della sanità della Regione Lombardia per il 2012 attueranno questa iniziativa:
- comunicheranno per iscritto all’atto delle dimissioni di ogni paziente una relazione, dove quest’ultimo conoscerà, quanto è venuto a costare il suo ricovero.
Nel comunicare questa bella iniziativa lodevole e frutto (dico io) di studi agguerriti che trattano la psicologia del paziente appena dimesso, il Servizio Sanitario Lombardo si giustifica, spiegando che, questo avviene per far capire ai cittadini quanto è impegnativo un ricovero.
Trascrivo quanto leggo nell’articolo del noto giornale Piemontese:
Chi sostiene l’idea dice che «è un messaggio chiaro anche per gli evasori fiscali: in un momento di sacrifici come questo bisogna sapere quanto realmente costa la Sanità, quanto ogni giorno gli ospedali garantiscono, giorno e notte, e che cosa si rischia di perdere se mancassero i fondi».
Ma?
Comunicando che il ricovero di Caio è costato tot.euro,Tizio diventerà più sensibile e pagherà le tasse e piangendo non evaderà più?
“Ma mi facci il favore” avrebbe detto Totò! Una volta per tutte smettete d’inventare ciò che nemmeno nella fantasia più assurda una persona può pensare.
Pare che questa iniziativa sia piaciuta tanto anche al Piemonte, magari adesso si allarga a macchia d’olio. Pensare (dico sempre io) che ci sono persone pagate per ideare e scrivere questi atti.
Il malato raro, oncologico, dializzato, trapiantato o ricoverato per qualsiasi motivo, ricevendo questa lettera cosa può pensare? Che il vicino evasore non pagherà le tasse? No, penserò che la Sanità, fa pesare molto fantozzianamente il suo ricovero. Magari dimenticano che ci sono persone che da almeno 41 anni versano i contributi al Servizio Sanitario Nazionale.
Anche i miei soldi purtroppo vanno a finire in iniziative di questo genere.
Dopo le spese postali, tempo utilizzato dall’impiegato amministrativo ecc. (tanto paga la collettività!) cosa effettivamente rientra in positivo alla Sanità con questa iniziativa?
Pensano che una persona provi piacere a stare in una struttura ospedaliera? Perché psicologicamente un malato deve sentirsi pure colpevole del ricovero?
Aspettiamo le prossime sparate. Non c’è limite alla decenza!
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